A volte i Sogni ti corrono incontro o meglio, ti volano in braccio e tu li devi saper sorreggere se non vuoi lasciarli cadere.
Ho partecipato attivamente all’organizzazione di un evento che manifesterà la sua portata e i suoi effetti nel corso degli anni a venire: il DREAMERS DAY- edizione numero 0, indetto da School For Dreamers, che si è tenuto a Milano presso il Teatro Dal Verme il 18 ottobre 2015. Principalmente mi sono occupata, come nelle mie competenze, dei testi e soprattutto dei libri che in quella sede sono stati presentati. Accade che due giorni prima dell’evento, parlando con il responsabile del service audio-video, risuonasse nell’aria questa domanda: “Chi si occupa della regia?”
Con Francesca Del Nero, promotrice dell’evento e mia grande amica, ci siamo guardate attonite ma da donne sveglie e d’esperienza abbiamo realizzato immediatamente che in effetti, un direttore di scena doveva essere a conoscenza di tutti i movimenti che si sarebbero svolti sul palco e che e i tecnici audio-video-luci-palco, senza un copione scritto e qualcuno che li dirigesse non avrebbero saputo come muoversi. La mia professione mi porta a organizzare eventi, ma fino ad ora si era trattato di iniziative private di minor portata e non certo dirette da un regista. “lo faccio io!” mi sono sentita rispondere, senza riflettere, d’istinto. Non avevo idea di cosa esattamente avrei dovuto fare, di quali competenze avrei dovuto apprendere, di quanta responsabilità mi stessi assumendo. Sapevo solo che fra noi del team di School for Dreamers, solamente io avrei potuto e dovuto farlo. “Me do it” furono le parole che risuonarono nella mia mente. Parole che danno il titolo a un capitolo di “A Dream for the World”, uno splendido libro di Stefano D’Anna di cui anni prima avevo curato l’editing. L’imprenditore che le aveva proferite si era trovato nella stessa identica situazione, anche se in un altro contesto, e aveva trasformato una difficoltà in una grande opportunità. Il desiderio di farcela si era tramutato in certezza e quindi in realtà. Ho creduto prima di vedere, con tutte le mie forze e quell’azzardo è diventato un sogno che, dapprima impossibile è diventato probabile e poi inevitabile. Ho lavorato con tenacia per un giorno e due notti, supportata dai tecnici che si sono messi a completa disposizione e mi hanno “passato” quelle competenze che mi mancavano. Ancora oggi penso a loro con infinita gratitudine. Il giorno del Dreamers Day il teatro era pieno e ogni cosa era al suo posto, ma soprattutto io ero al mio posto, in regia.
E’ stata un’esperienza indimenticabile, ricca di stimoli e nuove esperienze, appassionante oltre ogni aspettativa e molto, molto divertente! Vi invito a tornare con me in quel teatro che ha sancito il pieno successo di quell’evento.