Di recente mi sono accostata a uno studio serio della Kabbalah, ai misteri che svela attraverso il suo simbolo per eccellenza, l’Albero della Vita.
È un diagramma, astratto e simbolico, costituito da dieci entità, chiamate SEPHIROT, disposte lungo tre pilastri verticali paralleli: tre a sinistra, tre a destra e quattro nel centro. Le Sefirot corrispondono a veri e propri livelli all’Interno della Divinità, è il programma secondo il quale si è svolta la creazione dei mondi; è il cammino di discesa lungo la quale le anime e le creature hanno raggiunto la loro forma attuale. L’Albero della Vita è anche il sentiero di risalita verso l’unità, è la “scala di Giacobbe” (vedi Genesi 28), la cui base è appoggiata sulla terra, e la cui cima tocca il cielo. Lungo di essa gli angeli, cioè le molteplici forme di consapevolezza che animano la creazione, salgono e scendono in continuazione. Lungo di essa sale e scende anche la consapevolezza degli esseri umani, quella che determina ogni singola area nella vita, spiritualità, famiglia, relazioni personali e sociali, divertimento e piacere, salute e invecchiamento, rapporto col denaro, carriera e professione; lo stato della mente che influisce sui tuoi pensieri, parole, azioni e sulla tua vita. Tramite l’Albero della Vita ci arriva il nutrimento energetico presente nei campi di Luce divina che circondano la creazione. Tale nutrimento scorre e discende lungo la serie dei canali e delle Sefirot, assottigliandosi e suddividendosi, fino a raggiungere le creature, che ne hanno bisogno per sostenersi in vita. Lungo l’Albero della Vita salgono infine le preghiere e i pensieri di coloro che cercano Dio e che desiderano esplorare reami sempre più vasti e perfetti dell’Essere.
Che non tardi il giorno in cui sarà visto l’Invisibile;
perché ho il fuoco nel cuore, e il capo sommerso dall’acqua;
traccio il Suo Nome e traccio il segno del fuoco e dell’acqua
e mi accorgo che nel disegno dei Simboli vedo ora l’Invisibile.
Abdallàh Ansàri (1006-1089)